Circa un italiano su otto svolge attività gratuite a beneficio di altri o della comunità. Sono, infatti, 6,63 milioni i volontari attivi nel nostro Paese. È il dato che emerge dalla ricerca sulle "Attività gratuite a beneficio di altri" presentata oggi da da Istat, CSVnet e Fondazione Volontariato e Partecipazione.
Lo studio mette in luce disparità tra Nord e Sud del nostro Paese: la percentuale di volontari risulta, infatti, superiore nelle regioni settentrionali (16%), mentre nel Meridione si attesta all'8,6%. Secondo i dati raccolti, inoltre, a impegnarsi nel non profit sono soprattutto i cittadini con un titolo di studio mediamente molto elevato come la laurea, con un'occupazione professionale stabile e che vivono in condizioni economiche agiate.
Il report evidenzia anche il ruolo fondamentale di donne e anziani nelle attività di aiuto non organizzate e quantifica in 19 il monte ore (calcolate su quattro settimane) che in media gli italiani dedicano al non profit. Coincidono, se quantificate con il criterio del monte ore lavorativo, con circa 875.000 unità occupate a tempo pieno.
«Grazie a questa indagine siamo in grado di conoscere meglio i ‘profili’ di quei milioni di cittadini che ogni giorno spendono gratuitamente il loro tempo per gli altri – afferma Stefano Tabò, Presidente di CSVnet, il Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato. Il fatto che 4 milioni di questi preferiscano impegnarsi in organizzazioni strutturate dimostra come il volontariato sia ormai un fenomeno maturo e radicato in tutto il Paese. Una realtà che il sistema dei CSV contribuisce a valorizzare con competenze e professionalità diffuse e capillari. La possibilità di equiparare i dati agli standard internazionali non può che accrescere il valore della ricerca, primo frutto di una intelligente collaborazione con Istat e Fondazione Volontariato e Partecipazione».
«La quantificazione del lavoro volontario in Italia – ha invece commentato il presidente della Fondazione Volontariato e Partecipazione, Alessandro Bianchini – è una sperimentazione di grande rilievo perché fornisce dei numeri che fanno comprendere più a fondo cosa rappresenti oggi in Italia il non profit e quali sono i suoi tratti distintivi, senza togliere importanza al valore dell'aspetto umano e relazionale di questo universo. Abbiamo partecipato alla sperimentazione dando il nostro contributo scientifico perché crediamo che possa rappresentare un utile strumento di analisi, approfondimento e discussione per tutti i soggetti che a più livelli operano nell'attività volontaria, dalle reti del volontariato ai decisori pubblici».